Sergio, il leone solitario

“…Giove in Venere potrà finalmente regalarti quella tranquillità che tanto cerchi, sia in amore che in ambito lavorativo. Questo 2020 sarà il vostro anno, caro Leone, non permetterai a niente e nessuno di distoglierti dai tuoi obiettivi!”

Non ho mai creduto molto nell’oroscopo, lo trovo semplicemente un passatempo, un ottimo motivo di approccio con le donne, una stupida superstizione capace di condizionare le giornate, se non addirittura interi periodi della vita. Io so quel che sono: un milionario filantropo, playboy maschilista, che ha fatto del cinismo la sua arma di seduzione vincente.

Ma se Paolo Fox dice che questo sarà il MIO anno, allora voglio crederci, perché così mi conviene.

E allora partiamo, ancora una volta, verso una meta poco ambita dal turismo di massa, ma particolarmente adatta alle mie esigenze del momento: ho bisogno di staccare la spina, di allontanarmi dal trambusto del Centro Storico di Napoli per vivere la tranquillità di un luogo isolato. Proprio così, voglio stare solo, ascoltando esclusivamente la mia voce, spegnendo tutti i dispositivi elettronici; caricando il bagaglio a mano di essenziali effetti personali, mettendo nel taschino della giacca il mio portacarte di credito, e svuotando la testa da ogni sorta di pensiero. 

Libertà, ecco il mood che mi accompagnerà verso l’Isola di Ré, un gioiellino poco conosciuto, al largo della costa francese atlantica, davanti alla città di La Rochelle. Un’isola che si caratterizza per le sue ampie spiagge sabbiose, interessate dal fenomeno della bassa e alta marea, tanto che la sua larghezza varia tra i 7 m e i 5 km. Caratteristici i villaggi di pescatori che la popolano con le casette bianche dalle persiane verdi e blu e i tetti in terracotta. La specialità gastronomica dell’isola sono le ostriche. il centro principale è Saint-Martin-de-Ré, patrimonio UNESCO per le fortificazioni. 

Dopo due giorni di tranquillità assoluta, immerso in un paesaggio degno delle tele di Monet, oggi è successo l’imponderabile, e non so nemmeno se posso definirlo un vero e proprio “disturbo”. Durante uno degli innumerevoli momenti di relax che mi sono concesso, mentre ero intento a pagare la mia consumazione al bar immerso nella piscina, sento una voce che dolcemente mi sussurra:

  • Que fais tu ne me propose pas un verre? (Che fai, non mi offri da bere?)” 

Voltandomi verso la voce, alla mia sinistra, resto incredibilmente colpito dalla figura che scorgo: una donna particolarmente brutta, ma di una bruttezza che mi ha portato ad assumere una naturale espressione di sdegno.

Solitamente non riesco a dare attenzioni alle donne che non mi attirano dal punto di vista fisico, ma lì eravamo in due (oltre il barista), e ormai non potevo più fingere di essere sordo, dato il modo in cui avevo reagito alla sua domanda. Così risposi più per cortesia, quasi obbligato, che per piacere: 

  • Pardonne-moi, je ne connais pas le français (Mi perdoni, non conosco il francese)” 
  • Eppure non sembra, la tua grammatica è perfetta. Devo presumere che hai imparato solo questa frase? – Mi risponde con una impeccabile pronuncia italiana.

Ormai scoperto, se non altro per il rossore sul viso provocato dalla scena imbarazzante, non posso far altro che proseguire la conversazione in tal modo:

  • E va bene, mi arrendo, semplicemente non mi andava di cominciare una conversazione. Sono qui in vacanza e vorrei tranquillità.
  • Vorresti guadagnare un milione di euro?

All’improvviso una richiesta assurda, inaspettata, che in un primo momento mi scuote.

  • (Sorridendo) Cos’è? Una di quelle sciocche pubblicità acchiappa click che girano su internet si è impossessata di te?
  • No, sono seria, e in realtà il milione è solo una piccola parte di quello che potremmo intascare, grazie ad un metodo infallibile di guadagno

Incuriosito incalzo con le domande:

  • E quale sarebbe questo metodo infallibile? 
  • Vieni con me e ti mostrerò cosa dobbiamo fare. Qui ci sono occhi (e orecchie) indiscreti – mi dice accennando al barista.

Scettico, ma attratto dall’offerta, mi alzo senza dire una parola, e insieme ci incamminiamo verso la hall dell’albergo. In fondo sono io il Leone, non temo alcunché. 

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